Alpe Devero

Alpe Devero

STORIE DI MONTAGNA

Laddove le aquile volano alte nel cielo, i cervi cavalcano le valli scoscese, le marmotte si rifugiano tra i passi e i lupi dominano tra le foreste.

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L’autunno al Devero

La stagione dove la Natura si lascia andare, e, spogliandosi, si mostra nella sua bellezza più travolgente, in un turbinio di colori che scaldano i climi freschi di metà Ottobre.

Una tradizione nata nel 2007, da ragazzo di mare, è stata la prima montagna, e come tutte le prime, non si scorda mai. La sua bellezza è stata galeotta nel mio avvicinamento alla fotografia: mi piaceva camminare tra i boschi, ammirarne la bellezza e volerla in qualche modo riportarla a casa, per custodirla gelosamente. Le camminate sotto il Sole e quelle sotto i temporali, una tenda che sbandiera sotto un vento burbero, una trota che saltando cattura la sua preda, un fuoco che scalda sotto la Via Lattea: una vera e propria metafora di vita.

L’Étoile de l’automne, saison 2020.⁠

Nel buio della notte, nuvole abbagliate dalla Luna si spostavano rapidamente lasciando spazio al cielo stellato.

Era proprio in quel momento, dopo aver camminato per un’ora a testa bassa, fissando il terreno con aria attenta e severa, quasi ad ad ammonirlo di non farmi scivolare perché il tempo era buono e mi sentivo che una volta arrivato su avrei trovato la magia dell’autunno. Quando arrivai era ancora buio, ma solo quando alzai la testa riuscii a vedere lui, un larice che sotto il vento danzava abbandonava i suoi aghi, inchinandosi ad Ottobre che avanzava. Così da solo, separato dagli altri che scorgevo sullo sfondo, mi ricordò subito quelle ballerine classiche, che anche se provate dalla fatica, regolano allo spettatore eleganza, fierezza e un brivido che percorre la schiena. O forse era solo il freddo.

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